Un po’ di storia lungo i sentieri dei Peloritani
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- 7 set 2020
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I pellegrini - che dai paesi del versante ionico percorrono a piedi sentieri e trazzere che congiungono i due versanti dei Peloritani, per raggiungere Tindari - seguono dei tracciati che sono stati più volte percorsi dagli eserciti, i quali, provenendo da Taormina e dalla zona dell’Etna – prima di occupare Messina e lo Stretto – puntavano ad impossessarsi della piana e del porto di Milazzo.
Prima dell’arrivo dei greci, il territorio del nostro comprensorio – tra Santa Lucia del Mela e Montalbano Elicona – era occupato dai villaggi siculi di Longane e Abacoenum. Erano terreni di media e alta collina molto produttivi. Ancora oggi si producono provole a Basicò, maiorchino a Novara, pane di grano a Montalbano, vino famoso a Rodì e in tutto il circondario, chiamato mamertino dal nome dei Mamertini, mercenari soldati di Marte, i quali, ribellatisi a Siracusa nel III° secolo a. C., avevano occupato tutta la fascia tirrenica della provincia di Messina. Secondo Diodoro Siculo e Appiano, Gerone II° nel 269 a. C. sconfisse i Mamertini di Cione sulle rive del Longano, dopo essere giunto nella piana da sud, presumibilmente da Portella Mandrazzi e scendendo attraverso le vallate dei fiumi Patrì (oggi Termini), o Mazzarrà, o Elicona. Lo stesso percorso seguirono le truppe di Agrippa e di Ottaviano, che nel 36 a. C. si scontrarono con Sesto Pompeo nella piana e nel Nauloco.
Nel medioevo i monaci basiliani, su invito dei Normanni vittoriosi sugli Arabi, gestirono vasti territori e restaurarono gli antichi tracciati che dalle valli di Agrò e dell’Alcantara portano ancora oggi alla zona di Fondachelli Fantina, di Bafia e di Rodì Milici.
Dopo le devastazioni da parte di azioni piratesche e di vari eserciti (dalla guerra del Vespro alle distruzioni degli austriaci nel XVIII secolo e alla battaglia di Milazzo del 20 luglio 1860), per ultime le truppe angloamericane nel 1943 con manovra a tenaglia raggiunsero la Piana, provenendo - oltre che da Palermo - da Francavilla e dal crinale dei Peloritani, passando per Novara e scendendo lungo la strada provinciale, dove Mussolini aveva fatto costruire alcune inefficaci casematte (bunker), che sono ancora visibili, come quelle lungo le spiagge da Calderà a Milazzo.
Purtroppo non possiamo non lamentare l’incapacità (o la non volontà) di chi ci governa di trovare il modo (e i soldi) per realizzare una moderna strada intervalliva, che metta in comunicazione i due versanti e che – avvicinando la zona di Taormina con la Piana di Milazzo - avvantaggerebbe i singoli paesi e il turismo.
Gino Trapani
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