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Un percorso di luce

Le statue di Mariano e le architetture in pietra di Salvatore, ispirate alle culture che si sono succedute nel corso dei secoli in Sicilia, creano un’armonia rasserenante.

Passeggiando per i giacati del Parco Jalari (35 ettari) orlati da riproduzioni di luoghi tipici della civiltà contadina artigianale (mulinu, sena, caccara, palmentu, trappitu) e di botteghe e piccole case di pietra, in cui sono ricostruiti i mestieri antichi (u spiritaru, u firraru, u falignami, u ricuttaru, ecc.) – ci si trova proiettati in una realtà, in cui si respira l’autenticità degli oggetti d’altri tempi. Le 42 botteghe scandiscono i ritmi di arti quasi tutte ormai scomparse e raccontano la fatica di maestri artigiani, esaltando, oltre gli attrezzi (circa 15.000), coloro che li usavano.

Ma la visita al Parco è anche un percorso di luce, che il visitatore è invitato a condurre lungo i viali costellati da 40.000 alberi, da oltre un centinaio di sculture di pietra e fontane, fino al Petrarium (una serie di letti in pietra, che – riscaldati dal sole – emanano un calore rilassante per chi vi si stende sopra) e al Tempio all’area aperta in un clima di assorta spiritualità.

Gino Trapani

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