SAN BASILIO MAGNO: brevi cenni sulla vita ed il culto nella città di Barcellona P.G.
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- 4 mag 2020
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Nato nella prima metà del IV secolo nella città di Cesarea (odierna Turchia) proveniva da una numerosa famiglia tra i cui membri sono annoverati diversi Santi
Basilio fu vescovo di Cesarea e compose la famosa regola con cui disciplinò la vita dei monaci, basandola sul lavoro, la preghiera e la carità verso il prossimo.
Autore di numerosi scritti, si battè costantemente contro l’arianesimo, dottrina sostenuta dall’imperatore Valente, che affermava l’inferiorità del Figlio di Dio rispetto al Padre e che fu condannata nel concilio di Nicea.
Fu grande amico di San Gregorio Nazianzeno che viene ricordato nello stesso giorno e con il quale si erano conosciuti nella città di Atene.
Morì il 1° Gennaio del 379 a Cesarea.
Il titolo di “Magno” gli fu attribuito per la sua grande conoscenza.
Nella città di Barcellona Pozzo di Gotto il suo culto cominciò a diffondersi grazie ad alcuni monaci, che provenivano dall’Oriente dal quale erano fuggiti in seguito al diffondersi dell’iconoclastia e che nel VII secolo si stabilirono nella contrada di Gala (che dal loro cenobio prende il nome), dove costruirono un monastero sui resti di una struttura di epoca romana.
Il primitivo monastero viene appunto intitolato alla Madonna che allatta (Galaktotrophousa in greco), che viene identificata poi come Madonna delle Grazie.
Dall’Oriente, i monaci portarono diversi culti, tra i quali quello di San Nicola Vescovo di Myra ( San Nicola di Bari fu il primo patrono di Barcellona), quello verso il loro patriarca San Basilio e quello della Madonna Odigitria (guidatrice del cammino), che era veneratissima a Costantinopoli e della quale in città abbiamo diverse rappresentazioni pittoriche.
In seguito al terremoto del 25 novembre 1769, il monastero di Gala subì ingenti danni ed i monaci, che a detta dello storico locale Filippo Rossitto, erano stanchi di quel luogo isolato, cominciarono dal 1776 ad edificare un nuovo edificio di culto in città dove trasferirono la loro preziosissima biblioteca che oggi, salvo qualche raro esemplare, è andata del tutto dispersa.
Completato nel 1779, il nuovo monastero sorse nella contrada Fai, su una collinetta che sovrasta il quartiere Immacolata e rimase attivo sino al 1866, anno in cui fu incamerato dallo Stato.

Nella chiesa, ancora oggi esistente accanto all’ex monastero, sono presenti sei eleganti affreschi che testimoniano il culto e i miracoli attribuiti a San Basilio Magno.
Essi rappresentano scene della sua vita e sono stati eseguiti sul finire del Settecento da pittori locali.
Partendo dalla parete sinistra della chiesa troviamo: San Basilio guarisce il figlio dell’imperatore Valente, San Basilio guarisce un lebbroso, San Basilio ha la visione della Madonna e di San Mercurio Martire, La Madonna appare a San Basilio, La predica di San Basilio, L’imperatore Valente tenta di esiliare San Basilio.
Da Gala proveniva, inoltre, una preziosa tavoletta bizantina del XIV secolo (oggi custodita nella Basilica minore di San Sebastiano), nella quale il Santo raffigurato veniva identificato con San Basilio.
Condividendo, tuttavia, i rilievi effettuati dall’architetto Marcello Crinò, sembra più appropriato identificarlo con San Nicola di Bari, altro Santo molto caro ai monaci basiliani.
Finché il monastero non fu soppresso, la ricorrenza di San Basilio veniva certamente celebrata con grande solennità dai monaci, mentre oggi sono in pochi a ricordarsi di questo grande Santo e dei suoi monaci cui la Nostra Città deve molto.
SALVATORE SCILIPOTI
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