Rilanciare l’Ente di Sviluppo Agricolo
- Amministratore
- 14 nov 2020
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La nostra provincia e il territorio di Barcellona Pozzo di Gotto si reggono principalmente sull’economia agricola e sulla pastorizia. Le alluvioni che in questo ultimo ventennio si sono abbattute sulle nostre campagne, hanno incentivato la crisi del settore, ma nessun intervento è stato approntato dagli organi istituzionali per aiutare la vasta categoria agricola. Dalle cronache abbiamo appreso che delinquenti di professione hanno attinto a fondi statali ed europei. Aiutati da professionisti e funzionari corrotti, si sono appropriati di ingenti somme, sottraendole a contadini e figure agricole che ne avevano diritto e che – per continuare a coltivare e produrre - hanno dovuto fare ricorso a prestiti, a volte a condizioni di usura anche da parte delle banche. Nell’ultimo periodo abbiamo assistito – cosa ormai abituale – a passerelle di vari deputati e amministratori regionali, che promettevano aiuti immediati, ma – come al solito – passato il momento, tutto è svanito nel nulla. Mentre i grossi proprietari, le Cooperative e le grandi Associazioni vengono favorite, i piccoli coltivatori sono lasciati in balia del caso e addirittura penalizzati a causa delle importazioni di prodotti agricoli da paesi stranieri ed extracomunitari, senza le dovute garanzie sanitarie, poiché quei prodotti spesso vengono trattati con antiparassitari, che da noi sono proibiti. Il tutto a danno delle categorie agricole siciliane e mettendo in pericolo la salute dei consumatori.
Essendo il momento attuale fortemente negativo per tutta l’economia, a causa del disastro che sta provocando il corona virus – 19, i deputati di turno dovrebbero dare ascolto alle nostre richieste. Abbiamo nella nostra città la sede centrale dell’Ente Sviluppo Agricolo, allocata nei locali della ex Electromobil, che negli anni settanta e ottanta del secolo scorso ha dato un supporto essenziale all’agricoltura della provincia, impiegando grandi trattrici e operando alla trasformazione di ettari di terreno incolto e montano, che furono recuperati alla coltivazione. Allora furono costruite piste interpoderali e furono congiunti terreni che erano privi di strade di collegamento, evitando che i coltivatori diretti fossero costretti ad affrontare ore e ore di cammino a piedi, prima di raggiungere i luoghi di produzione e poi di trasportare i prodotti su asini, muli e carretti con notevoli spese e con gravi sacrifici personali. Tali strade agricole, costruite dalla Regione, hanno aiutato contadini e pastori a sopravvivere a intemperie stagionali, evitando che essi dovessero abbandonare la propria attività, a causa della crisi che in questi ultimi anni ha investito l’agricoltura (costringendo molti giovani ad emigrare e abbandonare i propri cari, le proprie abitudini e l’attaccamento alle tradizioni).
A causa di varie alluvioni, queste piste interpoderali sono state soggette a frane, smottamenti e dissesti idrogeologici e quindi oggi sono intransitabili, rendendo difficile la permanenza in campagna e più faticoso e meno redditizio il lavoro.
L’E.S.A. è da molti anni in stato comatoso, abbandonata ad un destino senza futuro, con gravi danni per le categorie agricole e per un centinaio di operatori in campo agricolo, che sono in possesso di qualifiche altamente specializzate. Se i nostri deputati dessero ascolto ai sindacalisti e ai movimenti contadini, l’Ente potrebbe tornare ad essere operativo e utile al settore agricolo. Esiste da tanti anni un finanziamento per la ristrutturazione dei locali dell’ESA nel quartiere S. Andrea, dove dovrebbe essere cambiata la copertura dei capannoni di eternit, in modo da potervi collocare sopra dei pannelli fotovoltaici. Gli ampi locali dovrebbero essere adibiti a deposito di prodotti florovivaistici della nostra fiorente zona, in modo da permettere ai vari camion containers di caricare le varie produzioni di piante ornamentali e quant’altro viene prodotto in zona dai nostri valenti florovivaisti. Abbiamo chiesto al nuovo sindaco della città, avvocato Pinuccio Calabrò, di visitare detti locali, per rendersi conto della ricchezza che abbiamo, chiedere un incontro con il presidente attuale dell’Ente e spronare chi di competenza ad attuare il programma di ristrutturazione già finanziato, prima che dette somme vengano dirottate verso altri scopi. A Barcellona Pozzo di Gotto è auspicabile che venga coinvolto l’Istituto Agrario in zona Margi, invogliando professori e alunni alla ricerca e sperimentazione di nuove varietà anche tropicali nei terreni circostanti.
Durante la visita a Barcellona dell’attuale presidente della Regione, on. Musumeci, egli esordì dicendo che l’ESA è un ente inutile e che andava soppresso. Dalla sala qualcuno disse che lui non conosceva la storia dell’Ente. Lui avrebbe dovuto avere il coraggio di dismettere gli uffici di Palermo, dove gli impiegati la mattina entrano, firmano e poi se ne vanno a lavorare altrove. Invece dovrebbe rimettere in funzione la Meccanizzazione Agricola, essendo valida per sostenere l’agricoltura, specialmente in questo periodo di crisi, in cui si devono ripristinare le stradelle agricole danneggiate, agevolando le produzioni di varietà speciali. Dopo qualche mese Musumeci – fatto clamoroso - invece di procedere alla dismissione, ha provveduto alla nomina del nuovo presidente dell’Ente, senza un programma di ristrutturazione dello stesso. Si tratta forse di una politica clientelare?
Attendiamo che il nuovo sindaco Pinuccio Calabrò mantenga l’impegno e al più presto visiti i locali dell’Ente, inviti a Barcellona il presidente dell’ESA e coinvolga tutti i sindaci per chiedere a gran voce la ristrutturazione dei locali, mettendo in atto gli scopi per i quali è stato istituito l’Ente.
Felice Mancuso
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