Quel che resta di “Casa Lampedusa”
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- 6 feb 2021
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Steven Price, poeta e scrittore canadese, docente dell’Università di Victoria, ha di recente pubblicato il romanzo “Casa Lampedusa”, tradotto in italiano da Piernicola D’Ortona e Maristella Notaristefano. Egli ha intrecciato la vicenda esistenziale dell’autore del “Gattopardo” con la storia della famiglia Lampedusa e con continui richiami al testo del romanzo di Giuseppe Tomasi, che ha costituito un clamoroso caso letterario.
Steven Price mette a nudo il mondo interiore dello scrittore palermitano, i suoi rapporti con la moglie Licy, con i cugini Piccolo di Capo d’Orlando, i guai della madre Beatrice Filangeri Cutò, la sua personale sofferenza fisica, causatagli dalla malattia di enfisema polmonare, la decisione di scrivere “Il Gattopardo”, per lasciare un ricordo di ciò che era rimasto dei valori e dei fasti di un tempo della famiglia Lampedusa.
L’opera dello scrittore canadese - oltre ad essere una biografia romanzata dell’autore del “Gattopardo” – offre un quadro della Sicilia e dell’Italia tra ottocento e novecento.
Steven Price ripropone le affermazioni che Giuseppe Tomasi di Lampedusa attribuisce a don Fabrizio principe di Salina, le quali riguardano non solo la Sicilia e ci aiutano a comprendere le cause e gli autori dei mali che affliggono e corrodono la società liquida in tutto il mondo, in cui tutto cambia, ma in peggio.
Anche la scrittrice siracusana Simona Lo Iacono ha pubblicato un romanzo intitolato “L’albatro”, incentrato sulla personalità complessa di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e sull’idea che il destino di ogni adulto è condizionato dai suoi sogni di bambino. Il racconto – scritto in prima persona - si ispira al diario che Tomasi di Lampedusa aveva cominciato a scrivere durante la malattia negli ultimi giorni di vita, una recherche proustiana in cui egli metteva a confronto la sua infanzia con i momenti più dolorosi della sua vita. La Lo Iacono ha preso lo spunto da questo abbozzo di Memorie e ha ripercorso gli episodi che hanno segnato tutta la vita dell’autore del Gattopardo, delineando - tra dritto e rovescio - la sua personalità, fragile e nello stesso tempo solida, nella quale solo negli ultimi anni si concretizzò la sua vocazione letteraria, in seguito alla partecipazione, insieme al cugino Lucio Piccolo, al convegno letterario di San Pellegrino Terme.
Non avendo figli, adottò il giovane Gioacchino Lanza, al quale lasciò in eredità il suo patrimonio morale, più che quello materiale, ormai ridotto al minimo.
Al di là dello scetticismo lampedusiano, i due romanzi ci offrono molti spunti per riflettere sul caso letterario e sulle motivazioni dell’enorme successo editoriale del “Gattopardo” non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Ci stimolano anche a meditare sui valori spirituali smarriti e sul futuro nebbioso per i nostri giovani, destinati a vivere in una società alienante, alla quale occorre contrapporre con fermezza una convivenza pratica regolata dal senso della misura e dai principi del bello e del bene comune.
Gino Trapani
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