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Passione e identità

Noi barcellonesi e pozzogottesi preferiamo concentrarci sul dramma della crocifissione, più che sul mistero della resurrezione. Per questo la Sumana Santa ha il suo culmine non la domenica di Pasqua, ma il venerdì, quando si teatralizza la commossa partecipazione al dolore di Maria per l’assurda e mostruosa condanna a morte del figlio innocente, il quale ha subito un’ingiustizia legalizzata dal potere politico e da quello religioso, che nella coscienza popolare sono ritenuti entrambi responsabili del perpetuarsi delle imposture, senza che si riesca a punire adeguatamente i colpevoli degli imbrogli e dei delitti.

Il clero partecipa con qualche disagio alle due Processioni delle varette, perché non si svolgono in ordinato e composto silenzio, specialmente quando i gruppi statuari si fronteggiano sulla copertura del torrente Longano, dove il sacro si mescola con il profano. Tuttavia, non si verificano atteggiamenti smodati, neanche da parte dei giudei, tranne qualche gesto plateale del capogiudeo, quando con la sua spada di latta sguainata ordina il cambio della guardia. Composta si svolge la competizione sia tra i patrocinatori negli addobbi floreali, sia tra i visillanti nei vocalizzi dei pedi di visilla. Da uomini pratici, i barcellonesi e i pozzogottesi da tempo hanno deciso di apporre le ruote alle varette, considerando superflua la fatica di portarle sulle spalle (come si faceva una volta, per amore di Gesù).

Fuori dalla ufficialità in alcuni majazzeni si svolge il notturno banchetto - a base di “piscistuccata”, tra brindisi e strambotti - con cui si esterna la speranza della rinascita dopo la processione e l’epos luttuoso di Gesù – agnello sacrificale per la salvezza di tutti i fedeli.

Gino Trapani

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