Lo specchio e il doppio della C. E. I.

Nei giorni scorsi la Conferenza Episcopale Italiana ha raggiunto l’accordo con il Consiglio dei ministri per la riapertura delle chiese a partire dal 18 maggio. Alcuni giorni prima aveva diffuso un documento in cui accusava gli scienziati virologi e il governo nazionale di avere privato i fedeli della libertà di culto, come avviene nel più tirannico dei regimi. Oltre il contenuto, in quel documento sbalordiva il tono aggressivo, analogo a quello della comunicazione senza limiti, a cui ormai ci hanno abituati anche i politici. I vescovi hanno usato parole-pietre, non consone con l’atteggiamento moderato di Papa Francesco, che invita alla concordia.

Evidentemente guardandosi allo specchio, prima il segretario della CEI, monsignor Stefano Russo, e poi il presidente monsignor Gualtiero Bassetti, si sono resi conto dell’errore. Hanno moderato i toni e con parole concilianti hanno invitato il governo a tenere presente l’esigenza di una intima spiritualità.

Come interpretare questo doppio atteggiamento? Evidentemente all’interno delle Conferenza Episcopale ci sono varie anime tra loro discordanti ed è autorevole quella che dissente da Papa Francesco e non condivide il suo equilibrio, il suo “buonismo”. Purtroppo tra le alte sfere della Chiesa c’è chi asseconda i cattolici più reazionari, che vorrebbero tornare ai tempi della Santa Inquisizione, quando si mandavano al rogo gli eretici come Giordano Bruno e, in occasioni di pestilenze, si invitavano i fedeli ad andare in processione, invocando la protezione del SS. Crocifisso o di Santi patroni, con la conseguenza di provocare la moltiplicazione dei morti. (g. t.)