top of page

La satira sullo stemma di Barcellona: "Lo studio della Storia impedisce le banalizzazioni"

Se qualcuno studia e scrive di Storia lo fa perché immagina qualcun altro desideroso di volersi informare. Dallo studio nasce altro studio, informazioni che si aggiungono e completano, antico sapere, culla di nuovo sapere.

Poi ci sono quelli della via facile che, pur di strappare sorrisi, arrotondano, banalizzano, alle volte umiliano il sudore altrui. Capisco la volontà di intrattenere il pubblico con argomenti a leggero impatto intellettuale, capisco anche il pubblico desideroso di trascorrere qualche momento senza particolare impegno fra TV, Social e varie chat contemporaneamente attive.

Credo, però, che ci sia un errore di fondo nel voler rappresentare gli Stemmi delle città italiane con approccio da circo equestre, in cui il pubblico sta in attesa che il funambolo inciampi rovinosamente, sapendo che non cadrà, che nessuno lo disturberà in una specie di complicità inconsapevole. Qui il funambolo ha deliberatamente barato, non ha rischiato di dimostrare di non sapere, di non essersi informato. E' partito proprio dimostrando che il gioco si svolgeva appunto sul non volerne sapere di più. Insomma, ha saltellato sul terreno facile della banalità a due piedi senza filo sospeso e senza vento. Certo, non era un documentario di Piero Angela, ma che si sia smarrita la via di mezzo più della diritta è assodato, che rimanga lo smarrimento della bussola è inquietante.

Ben venga la Littizzetto a Barcellona Pozzo di Gotto a conoscere la Storia essenziale di questa città. Magari fra qualche settimana, quando l'immondizia sarà definitivamente rimossa non solo dalle strade ma anche da sotto i tappeti dei nostri salotti migliori. Non rinchiudetela nella perla barcellonese al momento opaca per via del Covid, fatele fare un bel giro per le strade piene di gente laboriosa, “mummuriusa” per natura ma laboriosa per virtù. Portatela nell'ufficio del sindaco dove sul gonfalone è cucita una medaglia d'argento al valor civile.

Spero che da questa visita le arrivi il segnale forte che noi abbiamo polvere di Storia che non intendiamo "swifferare". Che capisca dove finisce il profano ed inizia il sacro. Il senso d'appartenenza ad una Comunità è sacro, la sua assenza origine di disgregazione. Diteglielo a nome mio, con migliore dialettica della mia, diteglielo indossando cravatte meglio annodate della mia, diteglielo gratis come sono capace di lavorare, fate che torni a Torino più ricca di saggezza del Sud, col nostro stesso sorriso sulle labbra e le braccia piene di noi come solo noi sappiamo sorridere ed abbracciare l'ospite.

Gaetano Mercadante

Comentarios


bottom of page